Dopo tanti anni e la morte della madre, Arturo torna nella casa della sua infanzia per portar via tutte le cianfrusaglie rimaste nel solaio dove era solito giocare da bambino.
L’Arturo che vediamo, ora è grande, indossa un abito scuro e un impermeabile, ha un lavoro, un telefono cellulare e di certo non può portarsi tutti i suoi vecchi giocattoli a casa dove creerebbero solo disordine e polvere, quindi, chiama un furgone per buttarli via.
Mentre aspetta, rovista qua e là e trova la borsa della madre che, magicamente, inizia a parlargli (con la voce di Sandra Mondaini) facendogli tornare in mente il mondo fantastico che si era costruito in quel solaio, ma soprattutto gli torna in mente un giorno in cui, a otto anni, la madre lo ha portato al circo e ha incontrato Federico Fellini, gli torna in mente l’“Arturo - bambino” che dice al Grande Maestro «Da grande, voglio diventare come te» e lui che gli risponde «Se vuoi diventare come me, allora non diventare mai grande».
Ed ecco che, in una brevissima manciata di secondi, Arturo si trasforma in tutti quei personaggi che hanno segnato la sua vita contribuendo a farlo diventare l’uomo che è ora.
Da Spiderman a Barbie, Brachetti prende le sembianze dei suoi giocattoli cambiando costume con incredibile rapidità. Non manca di citare tutti i divi di Hollywood e parodiare i grandi classici del cinema da Chaplin a Gene Kelly, da King Kong a Via col vento per concludere con un mega tributo al mondo felliniano.
Chi va a vedere uno spettacolo di Brachetti, lo fa “solo” per vedere all’opera il più grande trasformista di tutti i tempi pensando che lo spettacolo non potrà offrire null’altro di più. Eppure, quello che realmente mi ha colpito, non è stata la bravura (ormai arcinota) di Brachetti, ma il mio stupore di fronte a tutto quello che ho visto.
Per due ore e mezza il surreale è diventato reale e la magia è diventata ordine del giorno; il viaggio verso l’infanzia non è stato compiuto solo dal personaggio della storia, ma ogni spettatore si è sentito esattamente come quando, da bambino, restava ammaliato di fronte ad un prestigiatore con le carte ad una festa di compleanno.
Il pubblico viene trasportato in quei momenti in cui chiamava magie tutte quelle cose che i lumi della ragione ora impone di chiamare trucchi perché quegli stessi lumi, di cui ora non può fare a meno e di cui si fida ciecamente, non sono in grado di spiegargli che cosa sta succedendo su quel palco.
Quella di ieri sera, è stata senza ombra di dubbio, una delle migliori serate a teatro di tutta la mia vita, e lo dico con tanta certezza perché, al momento dei saluti, ho avuto difficoltà a trattenere una lagrima che tentava di scappare via per la commozione di quello che ho provato.
Informazioni Utili
Titolo: L'uomo dai mille volti
Autore: Arturo Brachetti
Regista: Serge Denoncourt
Interprete: Arturo Brachetti
Genere: Trasformismo / magia
Dove: Teatro Sistina (via Sistina, 129)
Quando: fino al 13 Aprile 2008
Voto: 10/10 con lode
1 commento:
Piacque molto anche a me, ma non ho provato la commozione che ti ha trasmesso. Va detto che abbiamo visto lo spettacolo a suo tempo a chilometri dal palco, con il binocolino da teatro. Resta comunque un'opera del tutto sorprendente, in grado di mettere in crisi anche il più fervente sostenitore della razionalità.
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