In una piccola città della Boemia, Marta e sua madre gestiscono una locanda dove uccidono e derubano i turisti sognando una vita in un luogo sul mare.
Una sera si presenta Jan e dimostra subito di essere molto ricco, ma c'è qualcosa in lui che lo rende diverso da tutti gli altri ospiti della locanda.
Jan, difatti, è il fratello e figlio delle due donne andato via di casa oltre vent'anni prima che ritorna ma non trova il coraggio di rivelare la sua identità.
Le due donne non lo riconoscono e, allo stesso modo di tutti gli altri, gli offrono il thè avvelenato. E' solo il giorno seguente, con l'arrivo alla locanda della moglie di Jan, che le due donne si rendono conto del terribile "malinteso".
Il testo porta lo spettatore a una riflessione sull'amore di un essere umano verso un altro in particolare di una madre verso un figlio e di una figlia verso la madre e, in esatto conformismo col teatro dell'assurdo, il testo fa riflettere su Dio.
Le attrici dimostrano una bravura straordinaria e riescono a cogliere in tutto e per tutto gli aspetti che l'autore voleva sottolineare; Giuliana Lojodice personifica perfettamente la ricerca di una pace OLTRE la vita (la morte) mentre Galatea Ranzi la ricerca di una pace NELLA vita (i valori materiali).
Dopo l'omicidio è meraviglioso vedere il pentimento nel volto della madre per aver ucciso il sangue del suo sangue e la rabbia e il cinismo in quello della figlia per un amore non corrisposto dalla stessa madre che preferisce pensare allo sbaglio che ha commesso uccidendo un figlio assente da oltre vent'anni piuttosto che alla felicità della figlia che si è sempre presa cura di lei trascurando sé stessa.
Ma cosa succede se diamo una macchina potente come una Ferrari ad un guidatore che non inserirà mai una marcia superiore alla terza?
Esattamente quello che è successo dopo aver affidato un testo con le suddette potenzialità al regista Pietro Carriglio: il viaggio verso la fine è lento e noioso.
Quello che ha preteso il regista è un'insopportabile staticità nelle scene: gli attori parlavano con toni estremamente bassi e inserivano pause interminabili nelle battute.
Forse molti non converranno con questa mia recensione e credo che siano in tanti a considerare "geniali" le idee registiche di Carriglio in quanto pienamente conformi con lo spirito di un autore di teatro dell'assurdo; ma, per come la vedo io, un testo di teatro dell'assurdo funziona bene solo quando sul palco c'è molto ritmo (benchè questo è a dispetto degli stessi autori).
Ho trovato davvero difficile seguire tutti i discorsi senza prendere sonno ed è stato solo perchè avevo intenzione di scrivere una recensione completa che non me ne sono andato al termine del primo atto.
Informazioni utili
Titolo: Il malinteso
Autore: Albert Camus
Regia: Pietro Carriglio
Interpreti: Giuliana Lojodice (la madre), Galatea Ranzi (Marta), Luca Lazzareschi (Jan), Valentina Bardi (moglie di Jan), Pietro Carriglio (il cameriere)
Genere: Assurdo/Dramma
Dove: Teatro Eliseo (via nazionale, 183)
Quando: dal 4 al 16 Marzo 2008
Voto: 5/10
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5 commenti:
non la conosco proprio quest'opera, quanto sono ignorante :P
Beh, io la conosco perchè quando stavo al liceo ero appassionato di Teatro dell'assurdo quindi, in quel periodo, ne ho letti parecchi di testi di questo tipo.
Ma se non sei appassionata del genere, è ovvio che passa inosservata.
comunque ho scperto che il prossimo spettacolo in scena all'eliseo (Il re muore) è sempre diretto dallo stesso tizio... volevo andarci ma ora col cavolo che mi vedono
Direi di togliere " Il malinteso" dai nostri consigli, che ne dite?
ahhhh caro Ponch... lo abbiamo fatto. Dirlo a Claudia è stata la prima cosa che ho fatto ieri sera dopo essere tornato dal teatro
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